Sanremo 2019

Il Festival di Sanremo è finito. Come da tradizione, ha lasciato contenti alcuni e scontenti altri e immancabili fiumi di polemiche

E’ forte però la nostra indole di Italiani, in queste occasioni ci atteggiamo a critici musicali, un po’ come quando gioca la Nazionale, per magia diventiamo tutti allenatori con anni ed anni di esperienza alle spalle. Cercando di non cadere in questo tranello, proviamo a fare un bilancio, mettendoci cuore, mente e orecchio, nella speranza di poter essere più obbiettivi possibile.

Intanto un quadro generale dello spettacolo. La direzione artistica di Claudio Baglioni ha focalizzato al massimo l’attenzione sulla musica Italiana così com’è nel 2019, sia per la scelta degli artisti in gara, sicuramente più eterogenei tra loro, rispetto ai canoni di precedenti edizioni più “impostate”, sia perché anche i superospiti erano artisti Italiani, con i quali lui stesso ha duettato, scelta che non può che far piacere.

Di contro, però, c’è che il ruolo di presentatore non si addice a Claudio Baglioni che è apparso per tutto il Festival, rigido, poco espansivo o forzatamente spontaneo. Alla fine, un po’ tutti si è chiuso un occhio, su questo aspetto, più perché si è apprezzato lo sforzo, che per l’effettivo risultato. E in questi casi, sembra un’escalation all’inverso, anche professionisti con grande esperienza e capacità, come Claudio Bisio e Virginia Raffaele, si ritrovano a zoppicare o a sbagliare, sembrando meno bravi di quanto in realtà siano.

Analizzando ora l’aspetto musicale, risulta subito evidente che è stato, un festival con una forte propensione alle nuove generazioni

Inoltre, ascoltando i 24 brani in gara, ci si accorge che, anche per ragioni diverse tra loro, sono tutti bei pezzi, orecchiabili e potenzialmente tutti a modo loro spendibili, nessuno di livello altissimo. Bisogna riconoscerlo, perché è di sicuro uno degli obbiettivi che si è prefissato Claudio Baglioni, così come far si che artisti, che hanno partecipato al Festival già altre volte in passato, e da diverso tempo nel mirino sia della critica sia del pubblico, venissero riconsiderati con la gara di quest’anno. Quando riguardo qualcuno ci accorgiamo che è “meno peggio” di quanto ci si potesse aspettare risulta semplice comprendere come i pregiudizi siano una brutta bestia. O ancor più , un’altro obbiettivo di Claudio Baglioni è stato il voler portare avanti e far conoscere le nuove leve della musica italiana. Molti di questi giovani hanno dimostrato, oltretutto, sia con il brano presentato durante il festival, sia con le interviste, di essere persone che sanno parlare, che hanno un percorso di vita vissuta e di musica non indifferente.

L’augurio a tutti i partecipanti è di riuscire sempre nei loro progetti e di affermarsi o riconfermarsi nel panorama della musica italiana, senza più stare a parlare e parlare di chi è più alto o chi è più basso come piazzamento, di chi avrebbe voluto vincere e non ha visto nemmeno il podio, di chi avrebbe dovuto vincere me forse, in fondo, non aveva la migliore canzone o di chi ha vinto e, indipendentemente da certe dinamiche discutibili sul voto, tanti finiscono per non apprezzarne il brano o riconoscerne il merito.

In questa playlist youtube 10 dei 24 brani in gara